Una dannata commozione

Certo è un mistero riuscire a commuoversi perché Obama ha vinto le elezioni. Lui è pur sempre a capo di un paese responsabile di infiniti lutti, di guerre lecite e perfino illecite, dichiarate su pure invenzioni informatiche. Obama e’ pur sempre colluso o comunque al servizio dei petrolieri, delle multinazionali, oppresso dal dogma di una concezione della vita sociale priva di qualsiasi coscienza sull’effettivo valore dell’Essere umano.

Eppure intensa è la sensazione di conforto che emana quest’uomo di colore, a capo per la seconda volta del Paese più razzista e più potente del mondo, è vertice di una fondamentale lotta per i diritti civili, iniziata dalla donna di colore che si è rifiutata di sedere sul retro dell’autobus in quanto “ai negri non era permesso sedere di fronte”. E ora un uomo di colore dopo circa mezzo secolo dalla ribellione di Rosa Parks sull’autobus della città di Mongomery in Alabama è al comando supremo degli Stati Uniti.

Rosa fu arrestata e in seguito alla sua carcerazione la comunità nera di Montgomery organizzò un boicottaggio dei mezzi pubblici che proseguì per 381 giorni, paralizzando il sistema di trasporti della città e “obbligando” la Corte Suprema americana a dichiarare illegale ogni forma di segregazione razziale.

Eppure questa strepitosa vittoria del buon senso ottenuta da Rosa Parks, somiglia molto alla vittoria di Obama, Basterebbe una frase qualsiasi del suo discorso dopo la vittoria a qualificarlo come un essere umano che vuole il riscatto dei suoi simili a dispetto degli infiniti limiti che circoscrivono il suo campo reale di azione liberatrice del proprio popolo e di tutti i popoli sottomessi alla spietata ferocia del potere.

“Questo Paese ha più ricchezze di qualsiasi altra nazione, ma non è questo a renderci ricchi. Abbiamo l’esercito più potente della storia, ma non è questo che ci fa forti. Quello che rende eccezionale l’America è la nostra diversità, sono i legami che tengono insieme la nazione più unica al mondo, la certezza che il nostro destino sia condiviso da ognuno, e tra i diritti ci siano amore, carità…. Ecco che cosa fa grande l’America.”

Alla fine di una notte di veglia per assistere all’esito delle elezioni americane mi sono chiesto “Ma cosa non ti convince di questo che appare un onest’uomo, che non rifiuta il proprio abbraccio a nessuno?”
Ecco qua.

Possibile che neppure una volta Obama abbia mai accennato alla vera ragione dell’attuale crisi? Possibile che perfino lui si occupi pur con passione degli effetti della cosiddetta Crisi trascurando in modo totale le vere possibili cause?

Perché nessuno neppure Obama accenna mai all’AUTOMAZIONE, notoriamente unica responsabile della sparizione di milioni, tra poco di miliardi di posti di lavoro. Ma la sparizione della necessità di lavorare per via delle macchine che hanno preso il posto dei lavoratori non viene vissuta come una liberazione appunto dal lavoro, ma piuttosto come un incubo. La disoccupazione viene descritta come una immensa voragine in attesa di essere riempita da questo o quel leader, da questa o quella strategia politica. Il lavoro umano è ormai quasi completamente sostituito o comunque sostituibile da parte delle macchine, automatizzando qualsiasi forma di produzione.

Quindi l’inesorabile soluzione di un salario sociale emerge sempre più dalla selva di menzogne che vengono proposta in relazione all’argomento. E’ chiaro che gli immensi profitti che le macchine automatiche hanno determinato e ancora determinano devono essere condivisi con tutti coloro che per secoli hanno fatto parte della macchina produttiva col compenso di un salario appena sufficiente a rinnovare e garantire i meccanismi dello sfruttamento.

Una diversa distribuzione del lavoro, dunque, può evitare l’ineluttabilità di uno sterminio. Offrendo tre ore di lavoro a tutti ed estendendo ogni attività sia di giorno che di notte si quadruplicherebbero i posti di lavoro consentendo ad ognuno di avere 21 ore al giorno da dedicare finalmente alla propria vita.

Ecco cosa non mi convince dunque sia in Obama sia in chiunque altro occupi un posto di potere il far credere che l’assenza di lavoro sia causato da una crisi e non da una meravigliosa conquista finalmente in grado di consentire il realizzarsi di un antico progetto “lavorare poco, lavorare tutti.”

Se è vero che utilizzando un quinto delle somme che si spendono nelle spese militari si potrebbe regalare una casa in vitalizio a ognuno e garantire inoltre a sette miliardi di Esseri umani due pranzi caldi al giorno, la sola soluzione è quella proposta dal discorso di Obama rendere ognuno ricco della propria libertà.

7 Responses

  1. Verter Nov 10, 2012 - Reply

    Buongiorno Silvano
    E tanto che ti ho scoperto . Finalmente!!
    Siamo lontani Sarà difficile incontrarsi .
    Non sono un genio . Nel mio piccolo sono molto ,tanto forse troppo. Il troppo che tanto non capisco.
    La mia università è la vita . Interpretare tutti è il mio sapere . e meraviglioso il capire . 10 secoli di storia passata Non riesco . La mia vita è poca:
    Saluti Verter Tralli

  2. antonio casoria Dic 01, 2012 - Reply

    Carissimo Silvano,sei tra quei pochi che sono sfuggiti…all’ingabbiamento della della mente umana.
    Un giorno …l’uomo comune raggiungerà quella consapevolezza che gli permetterà di liberarsi dalla trappola dei grandi pensatori,economisti,dei capi politici,religiosi…che hanno imprigionato lo spirito dell’uomo in strutture…che lo hanno reso schiavo.
    Spero che il risveglio dell’intelliggenza avvenga presto…tu stai dando il tuo contributo.

  3. lorella Dic 10, 2012 - Reply

    ma quale contributo…
    è l’opposto di ciò che scrive.

  4. Marco Dic 13, 2012 - Reply

    Grazie.

  5. Walter Gen 31, 2013 - Reply

    Carissimo,
    sapevo della tua esistenza da molti anni. Forse avro’ letto qualche recensione, non mi riccordo piu. Per caso ho incrociato una tua intervista con un giornalista di TV privata sulla Kirghisia. Il discorso mi ha suscitato molta curiosita. Ho visionato il tuo film “Il giardino delle delizie” che ritengo un quasi-capolavoro. (in verita’ alcune cose non mi sono piaciute, p.es. l’irritante pessimismo che non da scampo) Adesso ho letto qualche tuo intervento su questo sito. Sono andato a vedere dove si trova la Kirghisia ed ho letto la storia dei suoi ultimi 24 anni.
    Certo che pure li non sono poi tanto pacifici e contenti dei loro leader!
    Sono membro del Couchsurfing ed ho preso contatto con 2/3 persone di Bishkek per saperne di piu’. In particolare ci sono due belle ragazze che parlano italiano.
    Ci vorresti ritornare? Magari ti affianco. Potrei farti da traduttore dal russo che mastico abbastanza bene da una decina di anni. Mi interessa la fotografia oppure potremmo farne un documentario DVD. Sarebbe molto piu’ vivo e diretto il tuo entusiasmo per la loro vita. Mi sembra di capire che il 50% sono ancora contadini e pastori nomadi. Quindi liberi da costrizioni schiaviste. Mi piacerebbe pure sperimentare il “nastrino azzurro” appeso al bavero del giaccone (le donne sono bellissime):).
    Uno di questi giorni debbo venire a Roma sperando di trovarti allo Scipioni.
    Valter da LT

  6. Marcello Feb 06, 2013 - Reply

    Caro Silvano Agosti, condivido l’amore “assoluto” per il cinema. Questo amore mi rende urgente invitarti ad ascoltare RADIO RADICALE con regolarità e fiducia. Ciao

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