La mia dichiarazione di voto

LA MIA DICHIARAZIONE DI VOTO

In relazione alle elezioni di Roma esprimo la mia volontà serena di votare a favore del movimento cinquestelle,- Virginia Raggi e per quanto riguarda il referendum non ho alcun dubbio a schierarmi per il No.
Anche se avverto l’immenso pericolo per il movimento CINQUESTELLE che, in caso di vincita e di gestione del comune di Roma, verrebbe in pochi mesi distrutto dall’emersione di infinite illegalità stipulate dalle giunte precedenti.

Il Comune di Roma infatti dicono tutti che galleggi su un piccolo oceano di liquami, di compromessi, di estorsioni, di truffe consolidate e di bustarelle.

Quindi io penso sarebbe fantastico se il movimento e la RAGGI VINCESSERO LE ELEZIONI, MA AL TEMPO STESSO DECIDESSERO DI GOVERNARE IL COMUNE DI ROMA DALL’OPPOSIZIONE.
Con una “opposizione di maggioranza” verrebbero approvate solo le decisioni condivise e non quelle imposte.
Inoltre tra il Movimento Cinquestelle e le Istituzioni ci sarebbe il dovuto distacco rispetto all’attuale livello di democraticità assai dubbio in un Paese con un governo illegale e un presidente della Repubblica eletto da un Governo di dubbia origine.
Per quanto riguarda il Referendum la luce di dubbia confusione che regna sulla descrizione della cosiddetta riforma costituzionale impone tempi di riflessione più profondi e un clima di minore belligeranza nelle zone alte della politica. Quindi il mio NO si fa strada nella mia coscienza di cittadino senza alcuna esitazione e senza alcun dubbio.

Silvano Agosti

2 Responses

  1. Angela Giu 20, 2016 - Reply

    Continuo ostinatamente a condividere le cose che dice, la stimo molto, è per me uno degli uomini che definisco ” Giusto”.
    Buon tutto
    Angela Po

  2. Daniele Lug 04, 2016 - Reply

    Alla luce della motivazione, il “no” al referendum sembra difficilmente comprensibile. Perché dall’annuncio del referendum al mese di ottobre, il tempo per pensarci c’è. Il titolo della Riforma è: “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione”. Essa è frutto di compromessi, è vero, ma è meglio di niente. Parziale superamento del bicameralismo, abolizione del CNEL, ridimensionamento del federalismo: tutte buone cose che serviranno a diminuire i costi della politica. Votare “no” vuol dire lasciare tutto così come è ora, il che è peggio. O forse dietro c’è la volontà di mandare a casa l’attuale Presidente del Consiglio?

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