Cara Virginia,
sei tu che, chiedendo aiuto alla tua bella semplicità, hai detto arrivando in Campidoglio “Chiamatemi Virginia”.
Certamente perché tu non vuoi, come tutti, essere prigioniera di un ruolo, vuoi solamente esercitarlo.
Nessuno prende in esame il tuo coraggio che consiste nell’aver accettato di consegnare la tua vita a questa esperienza impossibile:
trasformare una gestione comunale in agonia in un assetto organizzativo degno di una grande città.
Infatti ora tu non sei arrivata al vertice di una realtà comunale che richiede solo di essere amministrata, magari con prudenza e sag-gezza. No ti hanno portata in un terreno paludoso e infetto che, prima di poter essere coltivato, richiede una bonifica strutturale. Ogni singolo ruolo di coloro che potranno collaborare con te è stato pesantemente contaminato per anni dai prepotenti plenipotenziari di questa città che sono riusciti a offrire alleanze economiche tanto preziose da rendere qualsiasi rifiuto una sorta di insensato
disprezzo.
Tutti o quasi hanno accettato un modo di essere che in questo esausto Paese è ormai in grado di giustificare qualsiasi nefandezza definendola come “la politica”.
Cara Virginia, non ti sarà facile evitare la malafede e l’ostilità di quelli che da sempre hanno appoggiato chi ti ha preceduto.
Non puoi eliminarli perché sono entrati ormai nel tessuto stesso delle strutture amministrative, ma puoi tenerli lontani.
Non credo vadano combattuti, ma lasciati con gentilezza pascere nei loro privilegi e nelle loro disgrazie tra cui la maggiore è proprio quella di essere come sono.
Io credo profondamente nella gentilezza come unica arma per domare la malvagità e l’arroganza.
Come dono augurale per questo tuo delicato mandato, ti offro la mia fiducia nel fatto che la femminilità è una realtà talmente grande e abissale che non può essere capita ma solo assecondata. Così invece di ordini tu darai mandato operativo a ogni tuo desiderio di rispettare i diritti di ognuno.
Ti guiderà la determinazione di riuscire là dove nessun uomo sarebbe mai stato capace di arrivare.
Sii certa che tutti i cittadini di Roma, magari in segreto, sono al tuo fianco e ti stimano, perfino quelli che, per via del loro passato saranno costretti a denigrare il tuo operato a qualsiasi costo.
Mi è parso di capire che il movimento cui appartieni da sempre guarda avanti. E’ lo sguardo dell’infanzia, dell’adolescenza e della giovinezza che in una comunità giusta possono operare e crescere in ognuno fino alla fine dei suoi giorni.
Silvano Agosti
Post Scriptum
Passo la parola a un amico filosofo
Secondo il pensiero di Platone il politico deve conoscere la giusta misura per mescolare “nel bene” i diversi strati della società e arriva ad affermare che in uno Stato perfetto non ci sarebbe bisogno di leggi perché considera le leggi un “male necessario” come conseguenza di una politica imperfetta.
Incredibile come l’attuale esercizio della politica si appoggi e si identifichi con un flusso interminabile di leggi e di norme, che quasi sempre non vengono rispettate, certificando in questo modo la sua colossale imperfezione.
E’ anche incredibile che chi legifera non si preoccupa di rispettare le leggi che promulga, quasi quello fosse compito di chiunque altro, si direbbe, ad eccezione dei legislatori.
La femminilità è una realtà talmente grande e abissale che non può essere capita ma solo assecondata………ecco! Grazie Silvano! Buon lavoro Virginia!
Non amo molto “questa” politica e sono abbastanza grande per condividere pienamente gli scenari presenti e passati dell’amministrazione politica descritti da Silvano. E non solo di Roma, mia città natìa.
Ma come tutte le anime in cammino, sono stato reso attento ai segni del cambiamento dovuti ad un risveglio generalizzato che, anche se non pubblicizzato dai media (e quando mai….), c’è ed è anche sostanzioso.
In questa ottica, mi è completamente naturale considerare determinante il ruolo che la Donna (maiuscolo non casuale) sta assumendo sempre più e sta ri – scoprendo in sé stessa. In questa immagine che mi è cara, inserisco volutamente quella del Femminile Sacro che, al pari della nostra divinità, è solo un aspetto diverso della stessa. A questo faccio appello nella speranza che le beghe di palazzo non soffochino tale importante qualità di Virginia e di tutte le Donne che, a vario titolo, si occupano della “Cosa Pubblica”. Una benedizione amorevole a tutti.
Grazie Silvano.
Avevo appena ascoltato un tuo video capitato (ma le coincidenze non esistono) su Facebook. Ho cercato di capire chi Sei (ricerca su Google :) ). E stamattina vado a comprare un tuo tuo libro (anche se Mi è venuta voglia di comprarli tutti). Poi, sempre per caso, leggo un titolo: Prima lettera al sindaco di Roma Virginia Raggi. Io adoro Virginia e, temevo che questo personaggio new entry ne avesse parlato male, o quasi male che è anche peggio. Sono bastate le prime righe di questa tua lettera per fare scendere le lacrime. E’ talmente bella questa lettera che la pubblico a nome mio (ma dicendo che l’hai scritta Tu).
Grazie Silvano. Grazie per la tua visione del mondo, per il tuo contributo, per le tue parole. Copio e incollo queste parole che di tanto in tanto faccio girare su Facebook (un piccolo contributo al raggiungimento della massa critica).
” Sta sorgendo qui un meraviglioso regno e nascendo una civiltà di cui non eravamo in grado di supporre nemmeno l’esistenza. Sta soffiando un vento nuovo e amore e pace, pace e gioia di esistere stanno per glorificare questo luogo benedetto. Perché Noi siamo AMORE “.
* Mio padre era un regista. Penso che lo sono anch’Io <3