Il problema dell’ostilità verso gli extracomunitari, e l’avversione nei confronti di chi non è nato nel paese dove abita, nascono in ognuno e ovunque dall’ignoranza del proprio valore e della propria vastità.
L’ESTRANEO altro non è che ciò che noi non conosciamo di noi stessi.
Se infatti conoscessimo il nostro Essere quanto abbiamo imparato a conoscere le nostre sciagure, non solo non esisterebbe l’ESTRANEO, ma per natura il nostro Io si estenderebbe all’esistenza stessa de nostri simili.
L’ESTRANEO, infatti, nasce dall’ignoranza del proprio essere, della sua vastità e del proprio valore, e finisce con lo stimolare sentimenti di ostilità, di odio e persino di ferocia.
Si tratta di scoprire che gli Esseri Umani non solo sono simili tra di loro
ma sono identici nel loro diritto a vivere e non soltanto a esistere sotto il peso di una cultura che non è la loro.
Così tutti o quasi, soggiacciono a Stati e Governi il cui potere trae origine in massima parte dall’esistenza dell’ESTRANEO.
Come guarire da questo sfacelo? La decisione di amare il mondo, la vita, e i propri simili, deve partire dalla decisione di amare se stessi e la propria vita.
E poiché un vero percorso d’amore non ha mai fine, chiederemo aiuto al Poeta e a questi due suoi versi:
”Quando un Amore finisce
vi avverte che non è mai esistito”.
Silvano
è vero, ed essendo tutti Esseri umani siamo tutti assoggettati alle medesime Condizioni, ovvero, o lo Sviluppo dell’Intelligenza innata, oppure la Soppressione di quella e l’Indottrinamento,
cosicché Persone indottrinate, (ciò che ne fa Persone più o meno pericolose: si lascia considerare perché e come) se ne trovano di estere e di indigene, sia Qui (dove gli Esteri sono gli altri) che Lì (dove gli Esteri sono gli Indigeni di Qui),
mentre le Problematiche concrete relative alla Migrazione ed all’Integrazione (a Livello di Organizzazione sociale, economica, altro) sembrano trascendere (attualmente) ogni Considerazione saggia ed intelligente, come quella espressa nell’Articolo di Silvano,
sicché una Soluzione ideale ed intelligente sul Valore dell’Essere umano l’ha espressa Silvano,
mentre una Soluzione concreta sull’Organizzazione sociale, economica altro, è da esprimere;
”Felicità interiore ed esteriore a ciascuno simultaneamente”.
SUL GIUDIZIO (PUNTI DA 1. A 3.)
1. ADULTI VERSO GIOVANI
. dinnanzi al giovane (o anche all’anziano o ad altri) bisogna sempre verificare cosa si proietta di sé (quel che si è stato concretamente [*], quel che si è che è sfuggente e mutevole, quel che si sarà idealmente) su di esso, (ed è questo il ”lavoro su di sé, critico” che va fatto da sé, aldilà del lavoro critico su di sé, che il giovane o anziano o altro, è invitato a fare su di lui medesimo [**]),
. quali adulti (con più potere quindi più responsabilità quindi più dovere di essere clementi, oltre che forti, v. ”i re buoni e giusti” del passato mitologico, ovvero ”i potenti buoni e giusti” venerati, a dispetto di quelli potenti prepotenti di altre epoche, generalmente sadici, o anche, di quelli soltanto buoni e giusti che generalmente vengono schiacciati, e sembrano masochisti [***]) bisogna essere comprensivi ed incoraggianti-ed-rafforzanti verso i giovani (che hanno meno esperienza di vita, e che sono trainati sul carro trainato dagli adulti), laddove gli adulti hanno già sperimentato l’età giovanile e sanno di cosa si tratta, cosa si sente, mentre i giovani non hanno mai sperimentato l’adultità, e cosicché i giovani possano avanzare integri, apprezzati, valorizzati e disposti a mostrare il loro valore (se vengono offesi, v. ”offesa” come ”ferita”, così avanzeranno: traumatizzati, ed in senso allegorico storpi),
. quali persone bisogna verificare ”come si funziona” se sulla base dell’intelligenza innata (e di come siamo stati concepiti e forgiati da Dio: quando siamo bambini, ben lungi dall’essere capricciosi e stupidi, siamo intelligenti, ma veniamo distorti dagli adulti insensibili attorno a noi, i quali a loro volta sono stati bambini intelligenti, poi distorti), in base all’indottrinamento ricevuto, e specialmente se si funziona secondo indottrinamento, verificare se sia proprio la dottrina corretta quella che ci è stata (occultamente o evidentemente) inculcata, o se piuttosto non bisognerebbe implementarne un’altra (p.es. più intelligente), e se si sceglie la seconda opzione (più impegnativa) va intrapresa una modifica morale (da ”mores” ovvero ”costumi”, v. culturale) che richiede grande focalizzazione, bene interiore e forza esteriore per essere portata avanti, poiché i limiti che s’incontreranno in società richiederanno molta energia per essere valicati (v. società indottrinata, che funziona sulla base di ”costumi” mai messi in discussione o poco, e poco o mai contestati, anche se …alla luce dell’intelligenza, quelli sono scorretti, sbilanciati),
. ed infine o tanto per cominciare, bisogna verificare quanto di è frustrati e come, e come e quanto si scaricano le proprie frustrazioni, così da correggere le proprie azioni e reazioni, e possibilmente basarle su princìpii/fini stabili, liberi dalla pulsione (spesso inconsapevole) di scaricare tramite esse, le proprie frustrazioni, e fare in modo di comportarsi in modo esemplare (il ciclo della scarica, spesso inconsapevole, delle frustrazioni è come una valanga, che si protrae da una generazione all’altra, e anche da un individuo ad un altro, a meno che non vi si ponga rimedio consapevolmente: è difficile perché sono coinvolte emozioni difficili da gestire e che si attivano da sé, inconsapevolmente [****]);
NOTE
[*] ed anche lì, considerato dipendentemente dal punto di vista adottato (punto di vista ideologico o dottrinale/indottrinato, punto di vista innato/intelligente, punto di vista percettivo/soggettivo v. p.es. stile comunicativo)
[**] la forma maschile è usata a modi ”majestatis”
[***] cfr. p.es. Michael Omraam Aivanhov sui cattivi forti e sui buoni deboli (poiché è difficile esprimere equilibratamente le energie ad ogni livello, di forza e di bene, sicché generalmente si è eccedenti in un lato, e si è deficitari nell’altro: p.es. il Dàoismo spiega bene come invece bisogna tendere ad usare equilibratamente le energie e meglio, manifestarle equilibratamente, per essere ”buoni e forti” invece che solo buoni o solo forti)
[****] nella ”bhagavad Gita” è spiegato bene come funzionano pensieri, emozioni, corpo, inconsapevolmente selvaggiamente, e anche, come può e debbe funzionare la coscienza (che diventi la domatrice di pensieri, emozioni e corpo), e meglio è avere dinnanzi esempi fulgidi di come tutto ciò funzioni, al meglio (e c’è chi li trova in leaders politici, oppure caratteri religiosi, oppure persone di successo economico, altro; altri non ne trovano alcuno e procedono cercando di orientarsi da sé, e la preghiera o la meditazione possono aiutare, come sappiamo)
2. MANAGEMENT VERSO DIPENDENTI
si considera che né il Bonus né il Malus siano corretti, poiché dipendono effettivamente dal Giudizio e meglio, Capacità di Giudizio di chi intende devolverli,
e di per sé essi non tengono in alcuna considerazione la Complessità delle Situazioni che portano certi Risultati (generalmente valutati quantitativamente, in questa Epoca storica senza Qualità) o ad altri,
tant’é che si è udito valutare quale ”ramo secco” (v. da eliminare, secondo anche la modalità valutativa di cui mi parlavi, e che ti è stata insegnata) persone qualitativamente eccellenti,
e anche, si è sperimentato di essere valutati da aumento salariale del 20% da uno (Bonus), specialmente prima di lasciare sapere di proprie ulteriori decisioni in ambito di scelta professionale, e squalificata invece da un altro (Malus), specialmente dopo aver manifestato le proprie decisioni di cui detto (cambiamento professionale),
ed anche in altre occasioni si è potuto verificare come i Bonus venissero devoluti a chi andava bene all’Azienda che così fosse, e Malus (o nessun Bonus) a chi così andava all’Azienda, senza considerazione alcuna della Complessità di cui sopra (e specialmente, p.es. i buoni Risultati quantitativi degli uni sono stati cagionati dalle idee e dal daffare degli altri, v. Qualità,
mentre i cattivi Risultati quantitativi degli altri sono stati cagionati da semplice indifferenza verso le idee ed il daffare di costoro, e da diffamazione degli altri da parte degli uni; forse per motivi di Competizione o Competitività, disonesta o unfair,
che vengono giustificati solo da chi è altrettanto unfair, ciò che si considera essere caso diverso da chi scrive e legge or ora, e specialmente,
caso diverso da quanto si auspica per questo Pianeta, i suoi Abitanti, e particolarmente, secondo un Discorso evolutivo);
3. IN OGNI ÀMBITO (O IN DIVERSI ÀMBITI)
3.a) Capacità di Giudizio
sia lavorativamente [Mondo esterno] e privatamente [Mondo interiore] , bisogna considerare che “ogni Bicchiere mezzo vuoto è anche mezzo pieno” e, che mezzo vuoto (Accezione negativa) oltre che Deficit significa anche Opportunità di riempirlo con qualcosa di nuovo, che è Meglio, e che mezzo pieno (Accezione positiva) è anche Eccesso e quindi Impedimento a riempirlo, che è Peggio, così il Giudizio dipende dallo Stato d’Animo di chi lo esprime, ed infine, il Bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno ha anche un’Accezione neutra [si tratta allora di un Elenco di Fatti, senza alcun Investimento emotivo, di alcun Tipo, né positivo/ottimistico né negativo/pessimistico], (…) mentre il Risultato di ogni Interazione è la Combinazione di quanto concerne sé et di quanto concerne l’altro; (…)invece, un Male è un Male relativamente, ovvero, è un Male se rapportato al Bene me, è un Bene se rapportato al Peggio, e così un Bene è un Bene se rapportato al Male, ma è un Male se rapportato al Meglio, tanto quanto l’Esistenza sulla Terra sembra involuta per rapporto a quella in Paradiso ma, sembra evoluta per rapporto a quella in Inferno;
3.b) come nasce il Giudizio
il Giudizio viene espresso secondo l’Ideale che ci si è fatti, vis-à-vis una Situazione o un Fenomeno, e come dovrebbe/potrebbe svolgersi (a Livello archetìpico; cfr. Mondo delle Idee di Platone), ciò che benché sia fondamentalmente corretto, dimentica di considerare che gli Attori fan parte del Mondo della Concretezza (cfr. Platone), e che il loro Exursus storico li ha portati ad (strutturalmente) essere (comportarsi) come essi sono (si comportano), e che per loro (come per sé) comportarsi lì-per-lì diversamente di come si comportano è impossibile, e meglio, per loro essere come lì-per-lì sono è inevitabile; solo un constante Lavoro di Consapevolizzazione di sé ed altrui (l’Essere: Coscienza) e dei propri ed altrui Veicoli espressivi (Mente, Psiche, Corpo e Generatività), permette poi di essere, e meglio, comportarsi, in Modo differente (più perfetto, risuonante con l’Archétipo ideale), rispetto a quanto si fa ( se si è poco consapevoli, v. ignoranti: l’Ignoranza conduce alla Sofferenza,
3.c) Giudizio ignorante versus Intelligenza
ed è detto essere il Veleno peggiore dell’Essere umano; diversa dall’Intelligenza, ”what tells from within”, a cui si può accedere ”essendo presenti a sé stessi”, ovvero in Contatto con la Luce che è Dio, di cui si è Scintilla, e nuovamente, essendo consapevoli; ciò che favorisce anche di essere consapevoli dell’altro, ed infine, di incarnare, automaticamente, ”la Regola aurea dell’Etica e di ogni Religione”, di cui è detto, cfr. Hillel, ”questa è tutto; il Resto è Commento”, come dire ”questo è il Princìpio/Fine, il Resto è Azione” e di cui Esercizi pratici in ”Ethics for a whole World: Study Guide”, http://www.agnt.org/ethics-study-course
3.d) invidere personale versus vedere impersonale
e si considera che l’Invidia [anche Malocchio: in- = Negatività, e –vidia = vedere con Occhio], che conduce a cattivo Giudizio o a cattivo Comportamento verso il prossimo, esista solo se i Rapporti sono in Linea orizzontale [v. Fratelli fra Fratelli] e mai in Linea verticale, profondi [v. Figli versus Genitori, e viceversa; e oltre, sé verus la Luce che è Dio, e viceversa], mentre Rapporti sani non possono che trascendere ogni Dinamica mondana [che si verifica per Soddisfacimento egoico (a Beneficio proprio e a Discapito altrui)], e così, per giudicare correttamente l’altro [o anche sé stessi], e comportarsi correttamente verso l’altro [o anche verso sé stessi], è opportuno adottare il Punto di Vista impersonale della Luce, [ovvero: connettersi alla Luce che è Dio e rimanervi connessi, lasciandosi da Essa animare, guidare, ispirare (meditando su di Essa)], ma anche, pensare di organizzare Attività tramite Devices/Strumenti che rendano superflua la Presenza [fisica, psichica, mentale, coscienziale] umana è scorretto, [ per quanto possa risultare inizialmente funzionale], infatti c’è Posto per operare [privatamente e pubblicamente; spiritualmente, intellettualmente, emotivamente, fisicamente, generativamente], per tutti [Esseri viventi senzienti], e tutti operando in Quantità corretta [p.Es. per un Tempo sostenibile], e tutti lavorando meglio in Qualità [p. Es. con più Solerzia]
3.d) Giustezza personale, impersonale
per riuscire a giudicare equanimamente (secondo il Sé divino invece che l’Ego; secondo l’Etica universale invece che la Morale culturale oppure, secondo Impersonalità invece che Personalità), e nel Caso di Giudizio verso altrui, bisogna riuscire a guardare all’altro senza …guardarlo, ed in tal Senso (Significato, Direzione), la ”Déa della Giustezza” è rappresentata come qualcuno che rinuncia a guardare chi ha dinnanzi, per valutare imparzialmente i Fatti avvenuti, e proporre un Rimedio (indipendentemente da colui/colei che vi verrà assoggettato); il Rimedio viceversa debbe essere applicato dallo stesso Giudicato, verso sé stesso, ed il Giudizio debbe servire quale Aiuto, per qualunque Persona, a migliorare (nella Direzione della Luce che è Dio: Amore interiore-più-Potere esteriore, di cui ciascuno è Scintilla), ed è quindi formulato secondo Princìpii/Fini terapeutici, (laddove il Risultato finale è Felicità interiore-più-Felicità esteriore per ciascuno contemporaneamente); non deve essere mai formulato a Maleficio di qualcuno o qualcosa (siamo tutti interconnessi e gli Effetti malefici andranno a riverberarsi, più o meno direttamente, ovunque), e per ciò l’Imparzialità aiuta (altrimenti si potrebbe tendere a offrire Rimedi più dolci agli Amici, e più amari ai Nemici)
3.e) come guardare e vedere: il Giudizio personale e la Valutazione impersonale
il Giudizio personale si articola in 2 Fasi e con 2 Attori presenti, uno attivo l’altro passivo, e meglio, chi giudica e chi viene giudicato, e ciascuno si esprime:
. chi giudica attivamente per rapporto ad un ”altro in sé” (qualcuno lo potrebbe chiamare Superego o Ego, v. sotto), che suggerisce come sentire e cosa dire, cioè in Modo fondamentalmente inconsapevole, senza Coscienza (invece di farlo per rapporto a sé, v. ”essere presenti in sé”;
Coscienza, ciò che ognuno è eternamente, è una Scintilla della Luce che è Dio, illuminata-illuminante, e costituisce il Sé divino individuale, e si riferisce all’Etica universale che è impersonale, mentre Incoscienza è la Coscienza disattivata, buia-rabbuiante, e si riferisce alla Morale culturale che è personale, la quale è basata sui Veicoli espressivi che ciascuno ha temporaneamente, quali Mente, Psiche, Corpo e Generatività, i quali costituiscono l’Ego di ciascuno),
. chi è giudicato lascia passivamente che l’altro prenda di suo posto ”in sé”, a Livello p.es. di Giudizio;
. viceversa il Giudizio dovrebbe/potrebbe consistere in ciascuno dinnanzi ad uno Specchio, che giudica e valuta sé stesso/stessa,
e questo permette di attivare la Coscienza (la quale funzionano secondo l’Etica universale) di ciascuno, ovvero per ciascuno di ”essere presente in sé”, senza altre Entità dominanti (v. Superego, Ego: i quali funzionano secondo la Morale culturale), e di valutarsi, (ovvero valutare sé),
nel primo Caso divergendo il Giudizio verso altrui, e indirizzandolo verso sé, che corrisponde a Autovalutazione, e nel secondo Caso stimolando il Giudizio verso sé, che corrisponde ad Autovalutazione,
Procedimento importante per permettere l’Illuminanzione-illuminante di cui sopra, a Beneficio proprio ed altrui, e per la Realizzazione totale di sé (v. anche in Maslow e la sua Piramide, come al Picco stia ”Autorealizzazione”, sapendo che ogni Fine debbe/può essere anche Princìpio; l’Alfa quale Princìpio e l’Omega come Fine, di cui nei Testi cristiani, e che in ogni Tradizione spirituale trasversalmente ad ogni Tradizione etnica, è la Luce, di cui sopra)
3.f) Tipo di Giudizio ed Epoca storica
Premessa: si considera che nell’Epoca in cui viviamo [Karma Yuga] chi ne sa meno giudica chi ne sa di più [e nel Dharma Yuga chi ne sa di più giudica chi ne sa di meno]
Esempi:
. qualcuno chiede a qualcun altro se a gli/le piace il Ruolo attuale che svolg(e), e lui/lei spiega di sì ma spiega della Difficoltà d’Adattamento costante di Attività propria a Situazione precipua altrui, laddove bisogna continuare a vagliare quali siano le Necessità altrui, e implementare la Riorganizzazione continua e costante [difficile] dell’Attività propria, per rapporto alla Situazione precipua altrui,
e questo vale anche per la Riorganizzazione di sé relativamente all’altro, ma anche, dell’altro relativamente a sé, in ogni Àmbito;
. essi considerano come sia difficile il Compito di Supervisori, che devono valutare sia tecnicamente che psicologicamente il prossimo [e bisogna chiedersi se siano effettivamente in grado di vedere la Persona che intendono valutare (cfr. ‘’vedere è diverso da guardare’’, tanto quanto ‘’comprendere è diverso da applicare o ripetere Conoscenze tecniche teoriche’’; vedere e comprendere è fatto con il Cuore, com’è detto ne il piccolo Principe, è un Atto coscienziale; Coscienza è ciò che siamo, mentre Mente, Psiche e Corpo sono Veicoli utili a esprimere ciò che siamo)], mentre bisogna considerare pure come il Mobbing sia una Forma di Bullismo, [Strumento usato da Gruppi di Potere prepotente per p.es. eliminare qualcuno valutato malamente],
e questo vale anche per la Valutazione dell’altro da Parte propria, come pure di sé da Parte altrui, in ogni Àmbito
SUL GIUDIZIO (PARTE 2 DI 1. ADULTI VERSO GIOVANI)
bisogna ringraziare chi dimostra decisionalità e direttive partecipate, in favore di giovani,
mentre non bisogna (quali adulti) mai lasciarsi andare all’attitudine giudicante e squalificante, distruttiva, appresa in passato (quali giovani assoggettati ad adulti che così hanno proceduto verso sé)
ed il giovane ha bisogno di sostegno anche morale,
ed è bravissimo chi incoraggia-e-rafforza il giovane per rapporto a quanto di bene ha fatto, mentre erra chi sostiene ‘sei così’ o ‘sei cosà’, invece di contestualizzare meglio la situazione spiegando ‘ti sei comportato così o cosà’, che è meglio,
e se dei ”sei …” (offensivi) escono, bisogna poi chiedere scusa sentitamente, e nel caso dei genitori (adulti), vedere come la propria vita emotiva pregressa si riattiva dinnanzi al proprio figlio, dipendentemente dall’età che ha, ed intraprendere un percorso evolutivo e di emancipazione da p.es. un proprio vissuto malsano, dapprima da sé e poi con il figlio, ed ogni epiteto che esce dalle labbra debbe e può essere riveduto e contestualizzato, genitore e figlio assieme, (mentre p.es. per i genitori, ma anche educatori ed ogni altro adulto, vis à vis il giovane, va elaborato il vissuto come detto, assieme ai figli o ai giovani, o anche solo in sé stessi, osservando tutto quello che vien riprodotto del passato ”in automatico”, invece di o implementare un comportamento in piena consapevolezza, e anche, bisogna cercare di migliorare la propria interrelazione con il figlio o il giovane, anche solo a livello immaginativo o tanto per cominciare a quel livello, per quanto possa trattarsi di un procedere ad inciampi e rialzamenti, continuativi, fino a trovare, si spera, un equilibrio migliore),
specificando che interpretazioni scorrette da parte di terzi, del comportamento di un adulto verso il giovane (o anche viceversa), è frutto di ignoranza o malafede, ed in tal senso si può e deve essere contenti perché, o confidare in, Dio che tutto ode e vede, e sa bene quanto avviene o non avviene fra persone, aldilà di quello che se ne dice ”popolarmente”, v. ”vox populi” (Dio saprà testimoniare del bene fatto e del male non fatto, come pure, beninteso, del bene non fatto e del male fatto),
ed infine, per quanto riguarda le critiche che muove p.es. il figlio al genitore (”hai sempre paura che mi accada qualcosa di brutto”, ”sicché mi impedisci di essere libero”), si considera che sia normale ovvero, che il figlio veda il comportamento genitoriale in una maniera del tutto particolare e lo interpreti in modo, in qualche modo altrettanto proiettivo, quando lo è l’interpretazione del comportamento del figlio da parte del genitore, (dopodiché se ci si accorge di stare proiettando, ci si può correggere, ed in tal senso è necessaria una sufficiente consapevolezza, specialmente relativa al cosiddetto lavoro su di sé da fare, o percorso evolutivo da compiere),
e per i genitori o gli adulti che soffrono di distress (”sentirsi a pezzi”) per qualche motivo, siaper il pregresso esperienziale (di loro quando sono stati figlio o giovani), e anche probabilmente per il vissuto relazionale con altri (v. relazione di coppia, o altre: funzionali o disfunzionali), o anche vis à vis il proprio ruolo dinnanzi al giovane (familiare, professionale: sentirsi all’altezza o meno), e per la situazione attuale dell’adulto (svariati fattori: impegni e pressioni di qualsiasi tipo), può risultare impossibile dedicarsi totalmente al giovane concretamente, come invece idealmente vorrebbe o avrebbe voluto (anche per l’adulto che vorrebbe per il giovane un’esistenza differente dalla propria, e per quanto l’esistenza del giovane attuale è comunque differente da quella del giovane passato, si può osservare che le esistenze risultano simili per certi aspetti),
e c’è viceversa un’intera Scienza che parla di interrelazioni fra il vissuto genitoriale e meglio, v. avi, e quello dei figli, v. discendenti, cfr. ”Metagenealogia” di Alejandro Jodorowski, parallelo a ”Psicogenealogia” di Selene Calloni, ma anche ”Costellazioni familiari” e ”Cronogenetica”, e altre, ma anche che parla di interrelazioni fra ogni membro della società (v. adulti versus giovani versus anziani, altro), cfr. in ”Analisi sistemica”, ed entra in discussione un discorso attorno all’intero cosiddetto albero genealogico, termine secondo chi scrive scorretto, si parli infatti piuttosto di foresta genealogica fatta di molti alberi, v. di quello materno e di quello paterno in primis, e poi degli altri che hanno generato l’uno e l’altro, cosicché certe problematiche (familiari, sociali; individuali, collettive) vengano affrontate secondo quelle Scienza, tramite un’analisi sistemica dell’intera foresta genealogica delle persone interessate, e spesso si evince che gioie e dolori presenti, sono la riproduzione di eventi accaduti ad uno o l’altro avo (o anche, all’uno a all’altro membro della società: cfr. Michael Omraam Aivanhov in merito, sull’interrelazione di gioie e dolori fra tutti gli esseri viventi senzienti, indipendentemente dallo spazio-tempo in cui si trovano gli uni e gli altri), e di cui le persone presenti non sono nemmeno coscienti (cfr. anche M. O. Aivanhov su questo fatto): trattasi di connessioni a livello, per così dire, spirituale o coscienziale, e tramite l’esistenza attuale di un individuo, si può anche rilevare quale sia stata, in certi momenti, la vita passata familiare, v. avi (o l’esistenza di altri esseri viventi senzienti in diversi luoghi e tempi,
ed ha ragione che dice che il figlio o anche il giovane desideri essere moralmente e anche materialmente sostenuto dal genitore o dall’adulto (ma capita che quando il genitore o adulto sostenga il figlio o il giovane nell’uno o nell’altro senso, il figlio o il giovane critichi l’intervento addirittura squalificandolo, svalutandolo ed interpretandolo al contrario: si può osservare questo fenomeno, e è sconsigliato entrare in simmetria con il figlio o il giovane, da parte del genitore o adulto, per cercare di far capire che si intendeva sostenere invece che affondare il figlio o il giovane, o che in quella o l’altra occasione il genitore o l’adulto ha sostenuto invece che affondare il figlio o il giovane, poiché si comprende che all’opera ci sono forze e dinamiche la cui radice sta nel mondo spirituale e coscienziale, insomma, trattasi di cause occulte alla vista, e che vanno perciò ricercate come degli speleologi, o anche, come dei ciechi che avanzano a tentoni, così da essere risolte, ed è probabilmente un lavorìo continuo,
e la relazione genitore-figlio è un’occasione sine qua non per questo lavorìo, ma si pensa che anche altre relazioni lo siano, p.es. quelle di coppia ed altre, ed anche fra fratelli ”di sangue” ci sono dinamiche relazionali che agiscono ”in automatico” e altre che possono essere controllate consapevolmente, ed è necessario il lavorìo costante per controllarle in modo perfetto, affinché l’interrelazione sia corretta, perfetta,
dopodiché anche le relazioni fra ciascuno in società sono soggette ad automatismi, fraintendimenti, accadimenti palesi ed occulti da interpretare o che vengono affrontati superficialmente, e anche soggette ad essere perfezionate e rese perfette, ma solo se le parti in causa si impegnano consapevolmente in tal senso, ovvero quelli che riescono a perfezionare ogni situazione, in modo inconsapevole perché sono portati alla perfezione, diciamo, divina, o da Maestri e Maestre spirituali, sono probabilmente pochi, mentre spesso viviamo relazioni prive di questo impegno, e meglio per la fretta, lo stess, per disattenzione, e anche, mancanza di riferimenti o di guide che ci indicano la via retta, in un mondo in cui le vie sono tante, e Steiner, p.es. diceva che un dì sarebbe stato inventato un vaccino contro la vita spirituale e le tenebre si sarebbero diffuse, ed il materialismo o la materialità avrebbero dominato,
cosicché è prezioso chi indica la via retta, permette di vedere la luce, laddove ancora c’è e seguirla e svilupparla, tutto nonostante
ESTRATTO DA UN SAGGIO DI MALANGA CORRADO, INTRODUZIONE
gli Occhi della Coscienza
(…)Il test tct prevede di simulare nella propria mente la presenza di tre sfere colorate che rappresentano ideicamente anima, mente e spirito del soggetto che deve verificarne, con opportune tecniche, lo stato di salute. Si procede unificando le tre essenze in una sola essenza, detta Coscienza Integrata (per maggiori riferimenti rimando ai miei lavori in questo settore). In quel contesto e durante quella meditazione compresi diverse cose importanti. Compresi che avevo trascurato la mia parte animica, la parte femminile di me, l’emisfero destro del cervello, dando troppo peso alla razionalità della parte sinistra e troppa enfasi allo spirito, ovvero alla partemaschile. La mia parte animica si rivolgeva a me dicendo che mi aveva aspettato, aveva atteso che io comprendessi che il volerla lasciare libera e non vincolata a me, se da un lato rappresentava un atto di generosità importante, era nel contempo anche un atto egoico, tramite cui il mio ego cercava di farmi credere che potessi fare a meno di una mia parte importante. Compresi che quel mio approccio errato era la causa della mia malattia. Vivevo il mondo in un modo duale, dove c’era separazione tra la mia anima e il mio spirito, tra la mia emozione e la mia razionalità, e tra il mio femminile e il mio maschile. Tra me e l’altro. Nell’istante in cui le mie tre sfere di anima, mente e spirito si unirono per divenire una coscienza totalmente trasparente, invisibile, compresi che io ero tutte e tre quelle cose messe assieme, che non esisteva separazione tra la mia interiorità e la realtà esterna: io ero contemporaneamente me stesso e ogni cosa. Ero anche l’altro che mi veniva contro. La mia anima mi aveva suggerito che avevo perso la vista esterna perché in questo modo ero stato costretto, una volta per tutte, a guardarmi dentro.
Guardarsi dentro
Nel giro di poche ore il mondo mi apparve totalmente diverso. Ora si capiva bene quello che era successo: io sono l’altro, che mi appare come uno specchio di me stesso. Avevo voluto studiare il fenomeno delle adduzioni rimanendo asetticamente distaccato dal problema, ma quel problema non era esclusivo degli addotti, era di tutti. Non c’erano “gli addotti” e “i non addotti”, ma esistevano gli esseri umani. Non ci dovevano più essere da una parte gli “addetti agli addotti” e dall’altra questi ultimi, manipolati da pseudo esperti che in fondo non rappresentavano altro che ulterioriadduttori, stavolta umani, degli addotti stessi. Si entra in contatto con la coscienza che abbiamo attraverso un processo personale di consapevolezza, e nessuno ti può insegnare a fare qualcosa se tu stesso non la fai in prima persona. Le implicazioni di queste osservazioni mi fecero giungere a una conclusione: gli altri, tutti quelli che ce l’avevano con me e che mi avevano provocato momenti di stress con conseguenze psicosomatiche di grande intensità, finanche la cecità, altro non erano che uno specchio di me stesso. Io proiettavo sull’altro tutto quello che, internamente, non ero riuscito a dire a me stesso. Non c’erano dei “cattivi” che non volevano che facessi ciò che facevo: c’ero solamente io che non accettavo me stesso. Non accettavo di non essere compreso, ossia di non comprendere quella parte di me che a gran voce diceva: «Ti stai sbagliando». L’errore apparve immediatamente alla mia vista interiore.
The author is 100% right! But the question is how to recover from this ruin? The decision to love the world, life, and the like, must start from the decision to love oneself and one’s life.